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CI PIACE RICORDARTI COSI’…
LETTERA A DIEGO
IL MIO PICCOLO VAGABONDO
Amore,
Sto pensando a te alla tua breve vita che tanto ci ha donato, agli episodi della tua infanzia e giovinezza che mi fanno tanto sorridere.
Ricordi, ma forse no, quando all’asilo di Arenzano fui chiamata per un piccolo incidente, non parlavi, ti scendevano grosse lacrime, ma non dicevi niente, sei sempre stato molto coraggioso, alla fine abbiamo scoperto un enorme sette sulla lingua che ti impediva di parlare.
Ricordi, fin da allora, ti piacevano le avventure, quando dal doposcuola avete deciso di passare una notte nei giardini di San Felice, vi siete procurati panini, patatine e varie bibite, un pic-nic in grande stile, peccato poi siete stati beccati dalla mamma di un tuo compagno e tutto è andato in fumo, peccato mi sarebbe piaciuto seguirvi e vedere le vostre reazioni, (una notte da soli).
Della tua esperienza di calciatore non ricordo molto, i tuoi compagni di squadra (e sono tantissimi) avrebbero molte cose da raccontare certamente. Un episodio rammento: si doveva disputare una partita, i giocatori entravano in campo, ad un tratto un boato, una giocatrice dai lunghi capelli biondi faceva parte della squadra. Chi era? Eri tu amore mio, pur di rallentare la tensione avevi escogitato un tuo piccolo show. Sarebbero tanti gli episodi ma non mi ricordo.
Nei primi anni di Università (eri già un piccolo giovanotto) con i tuoi amici più cari Ricky, Laurent, Mastro, Emy ne avete combinate delle belle. Io ricordo quando dovevi sostenere un esame, non volevi farmelo sapere affinchè non mi preoccupassi ma inutilmente, il bagno di casa Stefanacci era occupato costantemente, perciò beccato.
Ricordi, già ometto con tanto di impiego a Publitalia 80 ti venne offerto di andare a Londra per due anni, eri felice. Venne il giorno della partenza, papà ed io con un grosso magone nel cuore ti accompagnammo e sei partito. Dopo due giorni ci hai telefonato, non eri contento, volevi tornare, non ti sentivi a tuo agio. Abbiamo parlato, le parole che ancora mi tornano in mente.
Solo questo treno su cui sei salito passa una sola volta nella vita. Hai fatto la cosa giusta, in effetti è stata una grossa esperienza che ti ha aperto molte strade.
Ricordi la tua esperienza a Zed. Quel povero imbecille che ti metteva i bastoni tra le ruote, tu sapevi metterlo al suo posto.
Poi il tuo viaggio splendido (che tutti potete seguire). Ti ho visto tornare soddisfatto, felice, carico delle esperienze fatte, entusiasta della variegata umanità incontrata.
Eri felice amore mio.
Poi il rientro, altri lavori, altre esperienze, ricordi il primo?
Nel palazzo dove lavoravi il piano sotto di te era occupato da cartomanti sensitive che facevano pubblicità alla televisione. Un giorno sbagliasti piano ti ritrovasti al loro, e questo fu l’inizio della fine, te le ritrovavi sempre tra i piedi. Ricordi il lavoro che svolgevi a Sesto San Giovanni, correvi come un forsennato da un cliente all’altro, con buoni profitti, ma non bastava mai, e finalmente alla Blai, il lavoro dei tuoi sogni, eri felice si apriva per te una lunga strada in ascesa. I tuoi colleghi ti adoravano, la tua capa (si arrabbiava da morire quando la chiamavi così) contava tanto su di te.
Ma qui la tua vita terrena è cessata, sei salito ad una dimensione a noi parallela, dove non esiste più dolore cattiveria invidia gelosia. Me lo hai confermato tu quando mi nascondesti la cartolina del Vietnam, quando la ritrovai lessi le parole che tu mi avevi scritto: “mammina qui è veramente splendido”. Questa è la tua conferma, poi tante farfalle mi vengono a trovare, so che sei tu che vieni a consolare la tua mammina e il tuo papà.
Colgo questa occasione per ringraziare tutte le persone che ci sono state vicine, che con le loro parole hanno alleviato per un pò il nostro dolore.
Diego era tutto per noi, l’amore, il compagnone di tanti scherzi rivolti soprattutto a Ciccio, l’entusiasmo e la forza di vivere e lavorare.
Ora viviamo nel suo ricordo e il lavoro, che ci tiene tante ore lontano da casa, per non pensare.
Ora il nostro desiderio più grande è di avere un nipotino da accudire che assomigli tanto al mio Diego.
Ciao a tutti.
Gabriella
La cosa più bella di questa meravigliosa e breve vita che ci viene concessa, sono i ricordi che ognuno di noi porta nel cuore, ricordi indelebili che ci condurranno per gli anni futuri e che se chiudo gli occhi mi assalgono come un torrente in piena facendomi ridere e gioire, come a volte rattristare.
Diego è e sarà sempre nei miei pensieri, perchè lui è stato una parte importante della mia vita, con lui ho condiviso momenti che nessun altro potrà colmare, perchè crescere giorno per giorno insieme può accadere solo con un fratello, oltre tutto con la condivisione di una passione sfrenata per il calcio, che mi riporta sul campetto di San Bovio facendomi riassaporare una felicità che poche volte si può vivere, per poi catapultarmi al Natale del 2007 quando eravamo tutti insieme a sparare cazzate e prenderci come sempre in giro, ovviamente avendo come vittima sacrificale
CICCIO!!!
Quei momenti non potranno mai più tornare, mai i miei ricordi saranno sempre li per darmi la forza di vivere con passione ogni giorno, ricordandomi che era così che Diego ha vissuto, ed è così che avrebbe voluto che tutti vivessimo!
CIAO DIEGO!
Fabio
E’ quando sono fuori con “gli altri” che Diego mi manca di più.
Mi riferisco ai suoi amici storici di cui, con orgoglio, penso di fare parte anche io.
In certe occasioni/serate solitamente affiora insistente la Sua immagine ed il Suo ricordo.
Perché lo conoscevamo, ed alcune Sue reazioni, tendenze, consuetudini, per noi è facile calarle ed immaginarle nel quotidiano.
Ci ridiamo sopra anche. Per noi non è irrispettoso, anzi, è il modo migliore per sentirne la presenza ed onorarne il ricordo.
Diversamente non amo parlarne troppo, con altri diciamo, mi ricorda un mattino terribile ed un periodo successivo fatto di domande, rabbia e tristezza che non è ancora finito.
I suoi occhiali sul tavolo di casa di Gabriella e Silvano, le cicche, il pettine, qualche moneta…
E’ un’immagine terribile che fa ancora male.
Non penso possa esaurirsi mai il ricordo di un amico caro.
Sicuramente il dolore un pò si stempera, non trovo imbarazzo a scriverlo, ma rimane una sorda sofferenza costante che ti lascia amarezza: come sarebbe andata dopo? Cosa avremmo potuto ancora fare? Come sarebbe invecchiato? Ciò che è più vivo per me è il ricordo di quella sera e di quanto il fato e la precarietà di tutto facciano parte di noi.
Quella sera uscimmo e “d’ufficio” lo chiamammo per domandargli di aggregarsi.
Non rispose, fu sicuramente una delle ultime telefonate.
Mi chiedo di continuo se avesse risposto. Se avessi insistito.
Ci penso sempre.
A quanto un episodio possa cambiare la vita a tante persone e come questo capiti ogni giorno.
Penso che forse tanti altri avranno beneficiato della buona sorte e, ad oggi, certamente anche io.
Magari, peraltro, senza particolari meriti.
Penso infatti che la vita sia un dono e che vada vissuta ogni giorno al meglio. Nel dolore e nella gioia, sto continuando nel mio percorso di comprensione cercando di sedimentarlo sempre di più, e questo, anche per merito Suo.
Laurent
ASPETTARE??
ASPETTARE COSA?
ASPETTARE PER CHE COSA?
PREFERISCO CONCENTRARMI SUL PRESENTE. SULL’ATTIMO.
QUEL BREVE ATTIMO CHE NON E’ FUTURO E NON E’ ANCORA PASSATO.
VOGLIO GODERMELI TUTTI.
SE DOVESSI MORIRE DOMANI ME LI SARO’ GODUTI TUTTI.
DIEGO
Risposta alla domanda di Emi a Diego: “Ma perché non aspetti a partire e ti cerchi un lavoro serio?”
Emi
Diego.15 anni di amicizia vissuta in ogni momento, nel quotidiano come nei momenti importanti e straordinari della vita.
Ho talmente tanti ricordi che non ne so scegliere uno, con Diego ho condiviso tutto.
Ognuno trova la sua via per ricordarlo e mantenerlo vivo dentro di se. Io non sono mai entrato nel suo blog, non guardo le sue foto; mi fa ancora male e, in fondo, non ne ho bisogno.
Non guardo quasi mai, dicevo, le sue foto e soprattutto non guardo profondamente i suoi occhi perchè ancora vedo nel suo sguardo la sua grande vitalità, il suo modo di affrontare la vita facendosela scivolare addosso, il suo spirito libero.
Lo porto dentro di me, nelle mie preghiere, nei miei pensieri e gli chiedo di essere l’angelo custode del mio piccolo Gabriel.
Parlare con i suoi genitori invece è molto importante per me, sentire che il legame non si è spezzato.
Quei genitori che lui ha sempre amato più di ogni cosa, più degli amici, più di qualsiasi ragazza.
Diego era, infatti, soprattutto un figlio, un grande figlio.
Di Diego accettavo tutto anche i suoi difetti e lui lo faceva con me; siamo sempre stati molto diversi e molto uniti.
Chiunque lo abbia conosciuto ricorderà sempre il suo sorriso e la sua voglia di scherzare, di sdrammatizzare tutto.
Un lato meraviglioso del suo carattere che però conteneva anche un anima più oscura, misteriosa ed indecifrabile anche per noi amici più intimi e , forse, per lui stesso.
Spero tanto, caro Diego, di poterti vedere in sogno o ricevere un segnale da te anche se dentro di me non ho dubbi che tu adesso stia bene e in totale pace.
Un abbraccio
Riky
Ore 5 del mattino… mi sveglio con la bocca secca… devo bere. Mi trovo in un ostello di Rio con Diego in una di quelle camere dove ci si poteva infilare solo un letto a castello e le valigie quasi le devi lasciare fuori per poter entrare. Dormivamo da poche ore… stanchissimi per l’arrivo in una città totalmente nuova e da sempre sognata. Avevamo deciso di andare a letto perché il giorno dopo sarebbe stata una giornata di visita della città abbastanza dura e noi venivamo da tante ore di viaggio.
Chiamo Diego che dormiva sopra di me… ma non risponde, mi alzo e il letto di Diego è vuoto .
Ho pensato fosse andato al bagno… ma nulla! Sono le 5 del mattino! Lo cerco nell’ostello e anche qui nulla… ritorno mestamente a letto ripensando anche alle mille cose che ci hanno sempre detto su quella città e di quanto possa essere pericolosa.
Mentre sono nel letto che confabulo sul da farsi sento la maniglia della porta che si apre… era Diego che rientrava. Gli chiedo immediatamente cosa gli fosse successo e lui tranquillamente mi rispose: “beh no riuscivo a prender sonno e così alle 3 sono andato in giro, poi sono andato in 2 locali a bere qualcosa e poi a ballare” “ho conosciuto un sacco di gente” aggiunse. Ma coooomeeeee… eravamo stanchi morti e tu??? vai in giro da solo per Rio, di notte alle 4 del mattinooooo…???!!!
Avrei potuto e voluto urlargli di tutto… che mi aveva fatto stare in pensiero… che era un pazzo… ma si sarebbe fatto una grassa risata! Diego era questo… una voglia entusiasmante e di conoscere di fare esperienze di vita vissuta.Ecco Diego era una bomba ad orologeria, aveva bisogno di tutto questo per sopravvivere, fare indigestione di esperienze e di conoscenza.
“CONOSCENZA E CURIOSITA’ SONO IL FUOCO DELLA VITA”.
Questa potrebbe tranquillamente essere una di quelle frasi fatte che troviamo sui cartelloni pubblicitari o su internet . Per me questa è davvero la frase che potrebbe essere il titolo della sua e della mia vita.
Abbiamo condiviso moltissimi momenti, dalla passione per il calcio, alle uscite serali, dai momenti tristi alle imprese di viaggi incredibili in giro per il mondo, ed oggi mi ritrovo orfano di un amico… di un fratello… di un compagno di avventure indimenticabile!
Mastro
Per me Diego è un amico molto particolare. Ci sono amici di un certo tipo, quelli dell’altro tipo, e poi c’è Diego. Diverso da tutti. Unico. E per tanti motivi. Innanzi tutto siamo diventati amici molto in fretta, in pochissimi mesi sentivo già l’intensità di un’amicizia lunga una vita intera, un rapporto vero e sincero, una fiducia e una stima reciproca non diversa da quella che normalmente provo con le persone a me più vicine e care. Con lui avevo sempre la garanzia di stare bene, e soprattutto di divertirmi come un matto.
E qui un capitolo tutto a parte, le risate che mi ha fatto fare, di quelle grasse, vere, che non riesci a respirare, quelle risate accompagneranno sempre il ricordo di Diego, assieme alle sue facce da deficiente e le sue gag da cabarettista mancato, nessun altro riesce a farmi ridere così.
E anche in questo è una persona diversa dal resto, perché di solito chi è così cretino e “immediato”, non riesce anche ad essere anche profondo e maturo, sono proprio due categorie di persone diverse. Invece lui si, riusciva ad essere il miglior giullare di corte, ma un giullare che ogni tanto staccava e diventava anche filosofo e confidente sugli argomenti più importanti e seri della nostra vita.
Diego è anche un amico “della coppia” come lo chiamiamo noi, cioè uno dei pochissimi amici miei e di Lara (anzi Ladra…) con il quale c’era un perfetto equilibrio quando stavamo insieme, nessuna storia, imbarazzo, paranoia, gelosia, nulla. E se ci pensate bene, è veramente una cosa rara, di solito quando si è una coppia, gli amici sono dell’uno o dell’altro e poi col tempo vengono acquisiti dall’altra metà. Invece lui no, era proprio amico di noi due come entità di coppia, voleva bene alla nostra storia tanto quanto voleva bene a noi. E noi ricambiamo.
Scrivendo di lui, mi accorgo che mi viene naturale ed automatico mescolare i tempi dei verbi, passato e presente nelle stesse frasi, ed è perché in tante cose non se n’è mai andato, in tante cose lo sento ancora qui con me, con noi. Ma in altre mi ritrovo a dover accettare per forza la tristezza e il dispiacere imposti dalla sua partenza anticipata. Uno di questi casi in cui il tempo mi costringe ad usare il passato è anche una delle più grandi tristezze quando penso alla sua mancanza: ho sempre pensato, da quando lo conosco, che Diego sarebbe stato, tra tutti i miei amici, quello che avrei più volentieri vissuto assieme ai miei futuri figli, lo zio naturale e migliore che la mia vita mi avesse presentato…
Ed è un vero peccato non poterlo fare, non potergli dare la possibilità di insegnare a mia figlia il segreto del vivere in equilibrio tra gli estremi, senza mai doverli escludere, senza mai dover star fermi ad aspettare e non rischiare. Era il suo segreto, quello di saper correre da un confine all’altro della vita, agli estremi del carattere, degli atteggiamenti, di tutto, senza perdere l’equilibrio generale, ma soprattutto senza la pretesa di volerlo insegnare agli altri, con la modestia e la semplicità dei veri vincenti. Un grande.
Grazie Diego.
Luca (Bruco)
IL PICCOLO GRANDE DIEGO
Quando penso a Diego, il pensiero mi riporta indietro nel tempo a quando eravamo ragazzini, in un’ età compresa tra i 12 e i 20 anni.
Un periodo come potete ben capire difficile per tutti, una continua guerra con l’unico scopo di affermarsi all’interno del gruppo, nello sport, nel cercare di non deludere i propri genitori e assolutamente non in ultimo il piacere alle ragazze… insomma siamo sinceri, un vero e proprio periodo da incubo. Un incubo per molti ma non per Diego.
A Diego veniva tutto molto naturale, senza alcuno sforzo perlomeno apparente!!
Era di una simpatia unica, elemento fondamentale per piacere agli altri ragazzi, ma ancor più era sereno e sicuro di sè, condizioni che nessuno di noi viveva. La sua sicurezza gli permetteva di sbagliare raramente, di essere quasi sempre nel giusto ed essere così un punto di riferimento per molti di noi. Era bravo a giocare a pallone, sport di un’importanza fondamentale per tutti noi.
Se eri bravo guadagnavi davvero tanti punti e credetemi era talmente bravo che di punti ne era colmo (si arrivava quasi a discutere pur di averlo nella propria squadra, perché se ci giocavi contro, la partita improvvisamente non appariva più così divertente).
Era bravo nel lavoro che a quell’età ci veniva richiesto di fare, ovvero studiare. Con estrema semplicità raggiungeva sempre risultati più che soddisfacenti (un nervoso per me che ero una frana!!!) e questo faceva vivere serenamente i genitori visto che al di fuori dello studio non creava grandi problemi; tolta quella volta che siamo scappati da casa con tutti i soldi che avevamo nel salvadanaio, circa 50.000 lire e qualche merendina solo perché non volevamo più andare al doposcuola che era tenuto da una maestra che non ci piaceva.
Una preoccupazione breve oltretutto perché già alla portineria di San Felice siamo stati raggiunti da mia madre a causa di una “soffiata”, la quale dopo averci sistemato per le feste ci ha riportato ognuno nelle proprie stanze.
Se a tutto questo aggiungete che era un gran bel ragazzino con quel briciolo di menefreghismo e faccia tosta che non guasta mai, potete immaginare i facili successi con le tanto desiderate ragazze!!!
Questo è brevemente il lucido ricordo che io e gli amici di infanzia abbiamo di Diego e che ho voluto raccontare; Dopo c’è quello dell’uomo che ovviamente conosciamo ma che altri possono meglio raccontare e sono certo che i fatti saranno sicuramente più grandi e importanti ma che il profilo del nostro piccolo Diego risulterà invariato a quello di Diego grande uomo ed eterno amico.
Ciao Diego portaci nel tuo cuore come noi ti portiamo nei nostri…
Giorgio
Ciao Diego,
l’ho cercata un bel pò ma alla fine l’ho trovata quella vecchia audiocassetta che avevo trovato nella tua vecchia Golf quando, neo Colombo, ci iniziavi ad abituare alla tua mancanza con il tuo giro del mondo. Ne avevo proprio bisogno per concentrarmi su questo mio saluto… le tue musiche, sempre attuali, un pò dolcinastre, che sicuramente ti accompagnavano nei tuoi lunghi girovagare in macchina per lavoro e per diletto, nei tuoi appuntamenti galanti, nelle tue uscite con Mastro e gli altri.
Certo che i nostri gusti musicali erano due strade parallele che non potevano proprio incontrarsi, così come i nostri passatempi sempre, troppo diversi…
Eppure ci abbiamo messo meno di cinque minuti quella volta in ufficio, quando ancora ci conoscevamo appena, a decidere che avremmo organizzato un lancio con il paracadute insieme.
E da allora abbiamo iniziato a frequentarci, a “raccontarci”… già perché se c’è una cosa che mi manca è proprio quella confidenza che avevo con te di raccontarti tutto quello che pensavo, e tu che mi capivi come se ci fossimo conosciuti da sempre… ognuno ha il suo specchio e tu lo eri per me che riflettevi quello che desideravo vedere, che mi dicevi sempre quello che era giusto sentirmi dire…
Ancora ricordo quanto mi hai preso in giro perché ero venuto a trovarti a Londra senza niente, ma proprio niente e tu che hai dovuto prestarmi per quattro giorni i tuoi vestiti…
Sai Diego, la cosa che ammiravo di te e che mi piaceva perché era troppo simile al mio modo di pensare e di fare è che se dovevi fare una cosa, la facevi. Certo con gli amici sarebbe stato meglio, ma al limite anche da solo, l’importante era farla. Si perché non si poteva e non si doveva aspettare… e pensare che tra i due poi quello più matto dicevi fossi io!
Già, mi manchi, e mi fa male adesso andare a riaprire il cassetto dei miei ricordi con te ma, nessuno ha l’esclusività del dolore e allora penso a Gabriella e Silvano che hanno e devono sopportare lo strazio della tua partenza definitiva.
Un genitore non dovrebbe mai arrivare al funerale di suo figlio, non è ammissibile, non è naturale… non è normale…
Ma forse, proprio tu non eri normale, e se ci pensi, immagino con il tuo solito sorriso, non è proprio normale che una persona venga così spesso ricordata da così tanta gente che ancora numerosa scrive sul tuo blog. Eppure ricevi ancora decine e decine di saluti…
Lo vedi, in questa storia di normale non c’è proprio niente, ma già ti vedo con la tua solita faccia che dici con la tua voce in falsetto tipica di queste uscite “e che me frega?”
Solo tu puoi darci la forza di farci scivolare la tua partenza come non fosse così dolorosa… tu che ci hai sempre vissuto con una grande serenità ma allo stesso tempo con una fortissima grinta di fare…
È difficile però Diego… ci si prova, ognuno come sa, ma è difficile…
Te lo ricordi il giovedì prima del tuo incidente che ci siamo visti a pranzo? Eri venuto a prendermi in ufficio… ci guardavamo le nostre due bellissime moto e ci dicevamo… “sarà ora di venderle”, e poi abbiamo detto, “ma si aspettiamo questa primavera si va a fare kyte e poi le venderemo e ci faremo due scuterini come i vecchi…”
Tu poi con la tua moto sei partito e a me, quel maledetto 23 gennaio, me l’hanno portata via… e io, questa volta, kyte da solo non ci sono andato a farlo…
È difficile Diego…
Ti manda un bacio Gaia…è bellissima e sorridente…
Ciao
Fabbbio
Vorrei dire tante cose ma penso che la cosa che conta di più è avere di lui tutti i bei ricordi che sono e saranno sempre dentro di me, ricordi dei tempi universitari durante i quali ci siamo conosciuti e che abbiamo poi vissuto insieme in una magica atmosfera che, seppur giovani, ci ha unito come non mai.
Ogni giorno rivolgo a lui un pensiero, so che mi vede in ogni istante e questo mi dà la forza per non essere triste e pensare sempre a lui e a noi teneramente ….
Così mi disse una volta quando dopo diversi anni ci siamo rivisti:
“probabilmente ci siamo incontrati troppo presto nella vita, se ti avessi incontrato ora ti avrei sposata.”
Ciao Diego ,sempre con te.
Daniela
Ciao Diego,
ti ho conosciuto vedendoti giocare nel Cologno a metà degli anni ’90: io allenavo la Juniores delle Segratese, ed ho assistito ad una partita della nostra prima squadra contro la tua. Sono rimasto impressionato dalla tua forza fisica e dalla semplicità con la quale facevi le cose difficili.
La prima volta che invece abbiamo giocato contro è stato nel campionato 1997-’98: io ero il giovane allenatore della Crespi Morbio, appena promossa in Prima Categoria, e tu il capitano del Cologno retrocesso il campionato precedente dalla Promozione. Quella era una squadra incredibile costruita per stravincere il campionato è così è stato. Cologno – Crespi è stata una partita senza storia e tu mi hai fatto tre gol.
Due anni dopo il bis: io ero all’Assago mentre tu ti eri spostato alla Giana di Gorgonzola, il sorteggio di Coppa Italia ci fa incontrare di nuovo, nonostante l’Assago fosse in promozione e la Giana in Eccellenza. Non ti ricordi il risultato? 5-0 per voi!!!! Quanti gol mi hai fatto? Ancora tre!!!!
Campionato 2001-’02: mi chiama l’Accademia Sandonatese, prima di firmare il Direttore Sportivo Sassi mi informa che Stefanacci (li dall’anno precedente) è un lusso per la stagione al risparmio che vogliono affrontare, e che quindi l’intenzione è quella di cederlo.. mi spiace ma non se ne parla neanche! Finalmente ho la possibilità di allenarti e non posso lasciarmela sfuggire, vorrebbe dire partire da tre gol subiti in meno. Sassi cede, e finalmente ti alleno.
I compagni ti eleggono capitano ed inizia una straordinaria stagione che ti vedrà protagonista fino al 22 aprile, terzultima di campionato, contro l’Agrisport, quando il tuo ginocchio fa crack e, senza il tuo apporto, dopo avere rimontato 10 punti in sette partite, perdiamo il campionato all’ultima giornata (il nostro 5 maggio 2002).
Da allora non ti ho più allenato, ti ho seguito per la rieducazione.. ma mai più il piacere di darti una maglia. Anche oggi che non vado più in panchina a Settala o Pantigliate ma ho la fortuna di vedere dall’interno S.Siro e l’Olimpico, mi restano fissi negli occhi momenti fantastici di tuoi straordinari gol o situazioni esilaranti… come quando sei entrato nello spogliatoio 2 dello Squeri con la tua Ducati Monster 600 nera, o quando hai saltato una settimana di allenamento perché ti sei infortunato ballando la break dance per i tuoi compagni nello stesso spogliatoio.
Sei un fenomeno e quando penso a te sorrido sempre.
Con affetto
Max Canzi
Estate 2005
Una simpatica telefonata da Londra: “sono Diego, Diego Stefanacci, si ricorda di me? Sto tornando in Italia e ho voglia di tornare a giocare a calcio.”
Caro Diego, mi sono emozionato sentirti cosi’ umile disponibile a giocare per una squadra di 3° categoria come la nostra. Tu, che hai sempre giocato in squadre molto più importanti.
La gioia di rivederti dopo tanti anni è stata poi la gioia di tutti noi quando con i tuoi goal e l’amicizia in campo con i tuoi compagni ci hai portato in 2° categoria.
Ecco questo è un ricordo dal campo, come uomo non ho parole per descrivere quanto eri caro e burlone con tutti noi, la tua allegria era la gioia di vivere. Ciao Diego ancora una volta e sempre con noi.
Vincenzo Barbaglia
“E come si fa a trovare uno, dico un solo pensiero, un solo ricordo per ricordare l’ esclusiva fortuna di aver incontrato Diego ????
Bisogna chiudere gli occhi sforzarsi di pensare al sorriso più bello, alla serenità più profonda, alle speciali riflessioni che lui e solo lui riusciva a regalare…….
La vita mi ha regalato un appuntamento imprevedibile prima del suo ultimo viaggio, troppo poco prima, ma l intensità della sua persona resterà per me un bagaglio di emozioni x la vita……
Custodisco gelosamente un libro sarà sempre sul mio comodino, compagno di una vita che vivrò intensamente in onore ad un grande amico!
Ovunque tu sia un bacio grande
“Pallina malefica”